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Parodontologia

La parodontopatia viene definita tale quando l’infiammazione dei tessuti orali, conosciuta come gengivite, raggiunge uno stadio avanzato rivelandosi una buona fonte di dolore e gravi disturbi, visto soprattutto il consistente accumulo di batteri presente sulla bocca che riesce ad introdursi facilmente nelle sacche gengivali: questi spazi, simili a dei solchi, si trovano tra dente e gengiva rappresentando l’habitat ideale per la proliferazione dei microbi formatisi con il cibo e la saliva, riuscendo così a moltiplicarsi e cominciare ad affliggere le gengive; l’organismo non riesce a difendersi in maniera adeguata e, venendo meno il sistema immunitario, sorgerà inevitabilmente l’infezione del tessuto. 

Parodontopatia

La parodontopatia è dovuta nella maggior parte dei casi alla scarsa igene orale, come ad esempio la mancanza di pulizia dei denti con lo spazzolino o del filo interdentale, a sbalzi ormonali tipici dell’organismo femminili durante la menopausa o la gravidanza, o a causa di carenze nutrizionali specifiche, come vedremo tra poco.

Un particolare davvero interessante della malattia parodontale è che molto spesso i suoi sintomi si possono dimostrare in maniera quasi impercettibile, nascondendo quindi dietro un problema di irrilevante importanza un vero e proprio rischio per la vostra salute. Se volete conoscere le cure per la parodontopatia non potete affatto tralasciare i suoi sintomi ed il modo in  cui l’organismo cerca di avvisarvi della sua presenza, in quanto potrebbe risultarvi fondamentale per evitare la sua progressione verso uno stadio più avanzato, accompagnato da ulteriori sintomi talvolta insopportabili.

Sintomi più comuni
  • Gengive gonfie e sanguinanti
  • Dolore e bruciore alla bocca
  • Denti allentati, che allo stadio finale possono essere espulsi dalla cavità orale
  • Alitosi e cattivo gusto in bocca
  • Formazione di pus tra dente e gengiva, provocato dall’infezione che subentra nella parodontopatia.

Uno dei vostri obiettivi, d’ora in avanti, sarà quello di comprendere al meglio diversi sintomi della parodontopatia, così da predisporre della capacità di rivelare subito l’identità del problema e ricercare una cura ideale per risolverlo.

Solitamente questa forma avanzata della gengivite viene riscontrata maggiormente negli adulti che nei bambini durante l’età dello sviluppo, ma in entrambi i casi esistono delle cure efficaci per eliminare la parodontopatia ed i suoi sintomi in modo che non vi tormentino più durante la vostra vita di tutti i giorni.

Nel momento in cui vi accorgente che alcuni sintomi della parodontopatia hanno cominciato ad interessare la vostra bocca sarà bene consultare un dentista. Il medico vi sottoporrà ad un’attenta visita per capire lo stadio del problema e definire quali cure siano possibili per il vostro caso; il più delle volte si comincia con una pulizia profonda dei denti in maniera da rimuovere placca e tartaro, anche dalle zone più inaccessibili come le tasche gengivali. 

Terapie

Per eliminare l’infezione e rimuovere i batteri sedimentati alla base del problema lo specialista solitamente preferisce scegliere una serie di cure non chirurgiche per rimuovere la parodontopatia, una serie di terapie che adesso ci appresteremo ad illustrarvi nel dettaglio:

  • L’igiene professionale: il  primo passo da fare per combattere la parodontopatia è quello di rimuovere il tartaro e la placca dai denti, vere e proprie colonie di microbi e batteri responsabili dell’infezione alle gengive; solitamente degli appositi strumenti vengono utilizzati per raschiare lo smalto dentale, ma la ricerca moderna ha fornito un’altra tecnica ancor più efficace, basata sull’impiego di apparecchiature ad ultra suoni per disintegrare i depositi di placca sui denti in modo totalmente non invasivo.
  • Pulizia e ricollegamento: grazie a degli speciali liquidi o tramite mezzi fisici quali il laser, delle tasche gengivali vengono ripulite dagli ammassi di microbi e virus, favorendo anche la rigenerazione dei tessuti che, a causa della parodontopatia, subiscono pesanti lacerazioni portando con il tempo l’ombra del rischio di perdere il dente interessato.
  • Farmaci contro la parodontopatia: cura mirata per colpire i batteri e sopprimere la loro capacità di moltiplicarsi a ritmo elevato. Solitamente i farmaci previsti nelle cure per la parodontopatia sono antisettici o antibiotici, in grado perciò di ridurre i sintomi dell’infezione ed inibire la sua permanenza sulle gengive.
  • Trattamento chirurgico: nel caso in cui le varie soluzioni non chirurgiche non riescano a dare i risultati sperati o nel caso in cui i batteri abbiano già cominciato ad interessare le aree più profonde dei tessuti gengivali, La chirurgia si rivela la scelta quasi obbligatoria, consigliata da qualsiasi specialista nelle forme più avanzate delle cure per la parodontopatia, grazie alla chirurgia anche le zone più profonde riusciranno a venir liberate dall’infezione, ripristinandone la naturale salute.

Recessione gengivale

La recessione gengivale si ha quando il bordo coronale del margine gengivale si trova in posizione apicale rispetto alla giunzione amelo-cementizia del dente interessato. La continua migrazione apicale della gengiva marginale caratterizza il processo della retrazione gengivale, ed è spesso correlata con un’atrofia dell’osso alveolare. La recessione gengivale coincide con un “allungamento” della corona clinica del dente, poiché la radice anatomica viene “denudata”, trovandosi così esposta all’ambiente orale circostante. Se la recessione gengivale non viene trattata in tempo, i tessuti di sostegno del dente (parodonto) potrebbero subire gravi danni con conseguente perdita degli elementi dentari.

Tecniche chirurgiche

Per diminuire l’invasività si applicano prevalentemente le tecniche che non prevedano incisioni di rilascio e, nel caso di innesti, quelle in cui il lembo primario non venga spostato (tecnica a tunnel). Se la situazione clinica lo permette, più recessioni adiacenti l’una all’altra possono essere trattate in un unico intervento.

Le tecniche con innesto sono necessarie quando il paziente presenta:

  • La gengiva residua troppo sottile (spessore inferiore al millimetro)
  • La banda cheratinizzata di gengiva è troppo bassa (2 millimetri).

Queste due caratteristiche portano facilmente alla formazione di recessione gengivale recidiva. Per ovviare a ciò,  al lembo spostato sulla recessione si associa l’innesto di tessuto prelevato dallo stesso paziente. Questi innesti possono essere costituiti da solo tessuto connettivo o da tessuto connettivo ed epiteliale. L’area di prelievo di elezione è il palato.

Il regime post operatorio prevede l’astensione assoluta dalle manovre d’igiene orale nelle aree sottoposte all’intervento almeno fino alla rimozione delle suture, in sostituzione a questo si deve effettuare la disinfezione delle ferite con uno spray a base di clorexidina e rimuovere eventuali depositi di placca sui denti interessati dall’intervento con bastoncini cotonati (o piccole garze) imbevuti della stessa soluzione. Sono poi da evitare i cibi caldi.

Tecniche chirurgiche dalla meno invasiva:

  • Tecniche chirurgiche che prevedono un solo intervento con un unico accesso 
    (lembo posizionato coronalmente o lateralmente)
  • Tecniche chirurgiche con doppio accesso (innesti)
  • Tecniche chirurgiche svolte in due interventi distinti (innesto prima e lembo posizionato coronalmente poi)