Odontoiatria e medicina estetica
Per “Chirurgia orale” s’intendono tutti quegli interventi rivolti alla rimozione di parti molli e dure del cavo orale colpite da patologie benigne e maligne, e all’estrazione dei denti del giudizio, di radici distrutte, di denti infetti e parodontopatici (malattia del legamento radicolare).
Sebbene uno dei principali obiettivi dell’odontoiatria moderna sia quello di conservare il più a lungo possibile i denti naturali, a volte questi devono essere estratti perché troppo danneggiati da carie molto profonde o da gravi infezioni parodontali. Invece, per quanto riguarda i denti del giudizio (che erompono normalmente tra i 17 e i 22 anni), spesso si decide di estrarli per mantenere la corretta posizione e la salute degli altri denti o perché sono stati la causa di ripetute infezioni.
Si estraggono perché possono favorire il ripetersi d’infezioni, gonfiore e difficoltà ad aprire la bocca o perché possono danneggiare o spostare i denti vicini; oppure se interferirscono con la normale masticazione creando problemi parodontali.Quando le estrazioni dei denti del giudizio sono indicate nelle persone giovani, è meglio non attendere troppo dato che prima dei 18-20 anni le radici non sono completamente formate, il tessuto osseo è più tenero, le possibilità di danneggiare le strutture circostanti sono minori e la guarigione più veloce.
La chirurgia endodontica, o apicectomia, rappresenta l’intervento di elezione quando non è possibile curare un dente che ha una lesione apicale (granuloma), mediante un normale trattamento canalare, effettuato attraverso la corona del dente.
Il granuloma, si forma, quando la polpa dentale, volgarmente chiamata “nervo”, va incontro a necrosi, cioè muore per carie profonda o per traumi, oppure, i granulomi, possono essere l’esito di trattamenti canalari incompleti, in cui l’operatore non ha potuto trattare la radice, in modo soddisfacente, a causa di limitazioni anatomiche (canali sclerotici, canali molto ricurvi, ostruzioni ecc.). Se l’intervento viene eseguito correttamente, le percentuali di successo sono elevate.
La causa che porta alla formazione del granuloma, è costituita dai prodotti tossici dei batteri, che colonizzano la polpa del dente.
Per ottenere la guarigione dal granuloma, basta quindi curare, in modo corretto, la radice, rimuovendo la polpa dentale ed otturando il canale con un materiale bioinerte (devitalizzazione).
La guarigione porta alla scomparsa dell’area scura di radiotrasparenza ed avviene nell’arco di 6-12 mesi. Una delle frequenti evenienze, che richiede un intervento chirurgico è rappresentata dalla presenza di perni cementati nella radice. In alcuni casi il tentativo di rimuovere il perno può provocare la frattura della radice, evento che condurrebbe all’estrazione del dente. In questi casi per evitare la frattura radicolare, si preferisce trattare il dente chirurgicamente.
Vi sono inoltre altre indicazioni all’intervento chirurgico di apicectomia che devono essere valutate attentamente dall’Odontoiatra prima di estrarre i denti che potrebbero essere curati con successo. La conservazione di un elemento dentale che può essere curato rappresenta per il paziente un indubbio vantaggio dal punto di vista biologico. Inoltre in una sola seduta, il paziente risolve il problema dentale senza doversi sottoporre a cure lunghe e onerose, quali l’esecuzione di un lavoro protesico, il classico ponte, per sostituire un elemento dentario estratto.
L’intervento di apicectomia viene eseguito ambulatorialmente in anestesia locale; è indolore e di durata variabile a seconda dei casi più o meno complessi. Può essere eseguito non solo sui denti frontali (incisivi e canini), come comunemente si crede, ma anche a livello dei molari. L’intervento di apicectomia consta molto semplicemente di una prima fase in cui si esegue una piccola incisione a livello della gengiva del dente da trattare ed una volta esposta la radice sottostante si ottura l’apice utilizzando un materiale bioinerte (sigillo retrogrado).
Se l’intervento di apicectomia ha avuto buon esito, dopo circa 6-12 mesi, ad un successivo controllo radiografico, l’area di radiotrasparenza deve essere completamente scomparsa. Il dente che ha subito un intervento di apicectomia, se correttamente ricostruito dal punto di vista conservativo o protesico, può a tutti gli effetti avere una prognosi a distanza simile a quella degli altri denti dell’arcata.
I disturbi post-operatori che il paziente può accusare sono paragonabili a quelli che si verificano in seguito all’estrazione di un elemento dentale. L’eventuale dolore e gonfiore possono essere combattuti dall’assunzione di farmaci antidolorifici ed antiedemigeni. Tuttavia, nell’arco di tempo di 2-3 giorni la sintomatologia si risolve completamente. Il paziente può ritornare alla propria attività lavorativa, se non impegnativa dal punto di vista fisico, dopo 4-5 ore dall’intervento. Un giorno di riposo può essere consigliato a seconda del tipo di intervento richiesto.